L’Assemblea comunitaria di domenica 4 maggio ’25 prende avvio dalla lettura del brano del Vangelo di Matteo che presenta Gesù nel podere del Getsemani. La riflessione si sofferma sul fatto che Gesù sente l’angoscia per la violenza che porrà fine alla sua vita (l’arresto, il processo, la crocifissione) mentre i discepoli sono distratti, forse certi che il loro messia, secondo gli stereotipi del tempo, sarebbe stato assistito da un Dio onnipotente e interventista. Gesù appare fragile ma anche saldo nella consapevolezza che se il chicco di grano non muore e marcisce sotto terra non potrà spuntare una pianta capace di generare nuovi frutti. Gesù sa che la violenza genera altra violenza e sceglie di porsi su un piano diverso, quello della nonviolenza.

L’Assemblea collega poi questa riflessione con l’analisi della attuale situazione che spinge verso una pericolosa e preoccupante militarizzazione che sta coinvolgendo anche le scuole di ogni ordine e grado. La presenza delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine nelle scuole non è una novità, ma da alcuni anni tale presenza si sta intensificando in modo molto preoccupante. Tanto più in presenza di una corsa al riarmo da parte dell’Unione Europea, che contrariamente ai suoi principi originari, incentiva la risoluzione dei problemi internazionali attraverso la guerra. La scuola invece, anche in attuazione dell’art. 11 della nostra Costituzione, ha il compito di educare alla pace, che significa promuovere la nonviolenza in tutti i settori della vita sociale.
Di fronte agli sconfortanti scenari che si prefigurano per l’istruzione pubblica in Italia, orientata ad una cultura che prepara alla guerra, si è costituito nel 2023 l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università, che si prefigge una decisa e costante attività di denuncia di tale situazione e intende rendere gli spazi scolastici veri luoghi di pace e di accoglienza, opponendosi al razzismo e al sessismo di cui sono portatori i linguaggi e le pratiche belliche.